
...e chi, come il sottoscritto, si accontenta di un bel paninazzo al salame. Meglio se il salame è di un bel rosso fosforoscente. E si, questo è un post della serie "quando eravamo giovani, magri e (quasi) belli!". Cerchiamo di essere un po' più tecnici: estate '95, un luogo non meglio precisato della Francia (avevamo da poco lasciato Parigi in direzione Biarritz, ma ho come l'impressione che non stessimo seguendo un percorso molto sensato), una piccola pausa di riflessione.
Eravamo in tre. Ricordo con terrore che mentre mi mangiavo quel delizioso paninetto (uno dei pranzi più squisiti che io abbia mai avuto modo di mangiare), uno dei due dementi che mi accompagnava in quel pellegrinaggio fantastico e sciagurato, preferì mangiarsi uno strano prodotto inscatolato. O forse hanno provato a mangiarla tutti e due. Di sicuro uno dei due è l'anonimo di qui sotto. Comunque, se non ricordo male si trattava di una sottospecie di fagioli misti a carne (sicuramente di cane), con tanto di salsa rossa (non credo che in questo caso si possa utilizzare la parola pomodoro). Il tutto da riscaldare nel comodissimo fornellino di Franz (per fortuna che alla fine si era portato via quello di riserva, perchè per l'altro fornellino da 2 miliardi e mezzo non avevamo trovato bombole in terra straniera).
Risultato: una sboba immonda che non avrebbero avuto il coraggio di servirla nemmeno ad Auschwitz. Per fortuna quella volta c'avevo visto giusto e mi ero premunito di baguette e salame colorato con l'uniposca. Il tutto acquistato (a mie spese, niente cassa comune per certe libidini) in un simpatico casolino a Versailles. Avevo preso perfino i budinetti. Mica barbonate eh, tutta roba di prima...