Parola di Luciano (Lutring).
Dall'intervista di Claudio Sabelli Fioretti a Luciano Lutring: «[...] io ormai ho rotto con il passato. Però rimpiango la bella vita, i night, le belle donne. Mi piaceva corteggiarle. Ero un romantico. Facevo tanti regali, collier, spille, anelli, brillantoni. Refurtiva. A mia moglie glieli regalavo la sera e il giorno dopo li vendevo al ricettatore. Se scoprissi che le mie gemelline svaligiano banche le sgriderei. Non sono più i tempi per le rapine. Il bandito oggi è una professione demodée. Se non vieni arrestato al primo colpo, ti beccano al secondo. È una professione sbagliata. Se però dovessero diventare delle gangster del computer, chapeau. I veri gangster sono quelli che oggi sanno prosciugare i conti senza che nessuno se ne accorga. Io mi sento solo, abbandonato. Le mie figlie hanno i loro impegni, i loro amori. Fanno le deejay, prendono 50 euro a serata, poi vengono da me a far rifornimento di soldi, mi telefonano con l’addebito. Quando si presentano qui con qualche amichetto io lo chiamo: “Uè, didòn, stai attento a dove metti il sifone perché mi te spari in de le bale”. E le figlie mi sgridano: “Papà vuoi farci morire zitelle?”. Una volta la professoressa di francese ci ha detto: “Fatevi imparare dal vostro papà che lui è stato molti anni in Francia”. E le bambine: “Prof, il papà in francese sa dire solo: fermi tutti questa è una rapina”. Certe volte le mie figlie mi dicono: “Papà tu non capisci un cazzo”. Come? Io che ho fatto tribolare tutte le polizie del mondo non capisco un cazzo? [...]».
Il testo integralle dell'intervista lo trovate qui.
Il testo integralle dell'intervista lo trovate qui.
0 Comments:
Posta un commento
<< Home